C’era una volta…la maestra Aurelia

cappella-sistina-giudizio-universale-capolavoro-di-michelangelo-buonarrotiC’era una volta…

Questo racconto potrebbe partire così, come una favola, così lontana e così bella.

Vedevo fuori dalla mia finestra un murale, che raccontava in una sequenza omogenea su un lungo prato le storie più famose della Disney.La maestra era seduta sulla cattedra e leggeva, intonando con la sua voce, delle storie. Non erano fiabe e neppure libri adolescenziali, era Hemingway con “Il vecchio e il mare”, era Sepulveda con “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”. I libri erano di narrativa, non rientravano nell’obbligo scolastico, eppure anche i più lavativi entusiasti li avevano acquistati e con il dito tenevano il segno, mentre la maestra leggeva.

La maestra era in piedi davanti ai banchi uniti e noi tutti intorno, con i grembiuli bianchi, aspettavamo istruzioni. Lunghi cartelloni attendevano che il nostro calco vi si posasse sopra e i libri d’arte facevano da cornice. Non disegnavamo Topolino o Minnie, dipingevamo Monet, Picasso, Van Gogh.

La maestra riuscì a portarci a Roma l’ultimo anno delle elementari e all’epoca sembrava fosse una conquista. Era la nostra prima uscita, la nostra prima gita. E affinché la passeggiata potesse rientrare nell’ambito scolastico ci portò a vedere prima il Parlamento. Ma a nessuno interessava. Noi avevamo studiato Michelangelo e volevamo finalmente andare a vedere le nostre Sibille.

La Cappella Sistina provocò a tutti noi, piccoli scolari spaesati da quella maestosità, la sindrome di Stendhal.

La maestra Aurelia, è questo il suo nome, ha insegnato tanto a tutti. Non c’è nessuno che oggi non la ricordi con un sorriso, perché aveva capito quale doveva essere lo stratagemma per far appassionare i ragazzi alla scuola. Non solo nozioni, non solo libri di grammatica, non solo dettati e rimproveri. Fantasia e amore e credere che tutti abbiano delle potenzialità nascoste.

Oggi, dopo anni, dopo una laurea, dopo essere passata ad insegnare alle superiori, lei è in pensione e con la gioia negli occhi, qualche settimana fa mi ha detto: “Se fosse stato per me non ci sarei andata, perché non ho mai trovato un ragazzo cattivo…ma sempre ragazzi bravi ed intelligenti”.

5 risposte a "C’era una volta…la maestra Aurelia"

  1. Carmela Agostini

    È stata la persona e l ‘ insegnante migliore che io abbia mai incontrato penso che lei è e sarà sempre nei nostri cuori , nei nostri ricordi più belli … il suo sorriso è stampato nei miei pensieri e le sue parole sono impresse nei miei ricordi quel libro “la gabbianella e il gatto ” fu il mio primo libro ma è come se lo avessi letto oggi .grazie gloria ogni tanto mi riporti al passato e ai momenti meravigliosi che abbiamo passato. Ciao

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  2. gloriamariarossi

    E’ stata anche per me l’insegnante migliore che abbia mai avuto e probabilmente è stato grazie a lei che ho iniziato ad appassionarmi alla lettura e alla scrittura. Quei momenti, che ho ricordato, sono stati i migliori in assoluto e li porterò sempre nel cuore, come tutti noi!

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  3. aurelia

    Grazie Gloria, grazie Carmela.
    Commozione, nostalgia, affetto mi hanno riempito il cuore e ve ne sono profondamente grata. E’ tanta la gioia che mi sembra di volare nel cielo azzurro di Kandiskij (ricordate?).
    Non sono io che ho dato tanto, siete voi che avete dato tantissimo a me ed avete reso il mio “lavoro” colmo di soddisfazioni professionali e umane.
    Un abbraccio affettuosissimo.
    Aurelia Palmieri
    P.S. Confesso che ho pianto

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