Manca il coraggio di osare, manca la voglia di provare, manca l’energia di cambiare.
Ci si culla nella merda della crisi, perchè lo dice il telegiornale, perchè il quotidiano riporta ogni giorno un suicidio e i dati di disoccupazione. A noi giovani piace nasconderci dietro una mano, sapendo che ogni dito ha un difetto enorme che non possiamo curare. O almeno pensiamo questo, perchè in realtà non è che ci interessi molto trovare un palliativo. Passiamo tutti i giorni a lamentarci, ma restiamo immobili, perchè noi italiani siamo abituati alla sicurezza. Ed è colpa forse, anche, dei nostri genitori, che ci trattengono a trent’anni ancora come fossimo dei lattanti.
Sogniamo lontano, ma non prendiamo la decisione di andarcene, perchè speriamo sempre nel miracolo. Attendiamo una raccomandazione, una conoscenza giusta, un colpo di fortuna, aspiriamo a posti che non ci competono, perdiamo troppo tempo con una laurea e sappiamo che la meritocrazia non sarà mai di casa. Eppure restiamo fissi, come statue, ad attendere.
Se solo avessimo il coraggio di osare e poi anche di tornare indietro, nel caso andasse male, forse la crisi non sparirebbe, ma si avrebbe almeno la sensazione che questa staticità in cui siamo immersi, in qualche modo potrebbe essere vinta. Ma non ce la facciamo, perchè la mentalità italiana è dura a morire, più della crisi economica.
Andare all’estero, inventarsi un’attività alternativa, riuscire a vivere senza il posto fisso lasciato dallo zio/padre/madre/cugino, cambiare lavoro quando si viene sfruttati allo stremo…ecco, questo potrebbe essere avere un po’ di coraggio, almeno ora, che si è giovani e forse ancora un po’ di speranza la si ha.