La doccia:il tempio del pensiero

la doccia:il tempio del pensiero“Vado a lavarmi”.

Solitamente è questa la frase che si dice, quando si ha intenzione di andare a fare una doccia, ma effettivamente se riflettiamo bene, il lavarsi è una delle azioni che lasciamo per ultima o facciamo per prima. Nel mezzo passa un intero mondo, che racchiude in quelle strette quattro pareti i nostri pensieri, che si avvolgono all’acqua calda, che roteano verso il soffitto, e si amalgamano con il vapore.

La doccia ci lascia soli a riflettere con noi stessi. E’ come se cadessimo in estasi e ce ne andassimo a vagare tra sentieri lastricati, terreni scoscesi, tra esaltazioni ed eccitamenti, tra delusioni e speranze. Lasciamo che l’acqua ci accarezzi e sia l’unico elemento esterno a noi stessi che possa entrare in contatto con la nostra mente. Anche se, nei momenti in cui ci abbandoniamo definitivamente, e il cuore pulsa all’impazzata sotto quell’acqua calda che ci chiazza la pelle, anche “lei” pare non esistere… e tutto scompare.

C’è chi declina la testa da un lato, chi la immerge sotto il getto bollente, chi le dà le spalle, chi si appoggia con il corpo caldo sulle mattonelle fredde, chi si accovaccia sul bordo, chi oscilla tra l’aria calda e quella fredda, come se uscisse da un’apnea…

E poi c’è chi la doccia la fa diventare anche il tempio dell’amore, l’eccitamento del corpo e della mente in un groviglio delicato di edere multiformi, che si dimenano sotto l’acqua… e anche in questo caso quel luogo appare tutto, tranne che una doccia da cui dover lavare lo sporco.

Si ama e si pensa… e forse nella propria doccia si fugge dal mondo che è fuori.

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