Pallido riflesso di luce splendente,
che accechi l’iride
dei miei occhi chiari,
continua ad illuminare
questo campo arato,
smussato in tutti i suoi contorni,
pronto ad accogliere
il frutto dal seno
della terra,
allestito per germogliare
in uno splendido mattino.
Terra che bagnata appari nera
e all’asciutto del sole castagna,
che sei scivolosa e melmosa,
e poi arida e dura,
pastosa e friabile,
traditrice e poi amica.
Tu che distesa appari dormire,
ma poi tumultuosamente
il tuo manto
prepari a partorire.
Partorire qualcosa di fresco
e vivo:
un piccolo seme,
poi qualcosa di più
e man mano
che il sole e la pioggia
e poi ancora il sereno e il nuvoloso,
continueranno ad arrivare,
tu terra sarai lì ad aspettare…