1°classificato, Premio Campiello Giovani nel Lazio 2006
(…) Finché un giorno qualcosa è cambiato,qualcosa è tornato ad essere come prima. Nella vita non si può mai avere nessuna certezza e O.Wilde aveva ragione nel dirlo. “Si parla tanto del bello che è nella certezza. Sembra che si ignori la bellezza più sottile che è nel dubbio. Credere è molto monotono, il dubbio è profondamente appassionante. Stare all’erta, ecco la vita. Essere cullato nella tranquillità, ecco la morte”.
Giorgio aveva raccontato tutto della sua vita ad una persona che conosceva da un anno e non si era invece mai fidato di noi. Questo ci fece riflettere quella sera. Avevamo creduto di essere importanti, ma non del tutto, e non del tutto pronti ad affrontare una situazione del genere.
Aveva scommesso Giorgio,come la scommessa di Pascal. Anche per lui Dio non poteva essere dimostrato attraverso l’esperite geometrie poiché bisogna crederci senza nessuna dimostrazione possibile. Dio è fede, non matematica, è speranza, non somme o addizioni. Giorgio non ha confuso i due linguaggi ed ha scommesso. Ora solo lui può sapere se quella scommessa l’ ha vinta o persa.La roulette gira, si alternano i neri e i rossi, i pari e i dispari, tutto sta nella fortuna, tutto nell’astuzia e nella bravura. Giorgio sapeva come usare quelle armi e sapeva anche che a serata finita sarebbe stato ripagato con la fiches più alta(…)
Una risposta a "Gli amici di Giorgio"