Guardavo ogni sera dalla mia camera il passaggio di un aeroplano, un piccolo biplano bianco e rosso che volteggiava avvolgendosi di zucchero filato. Sfiorando le montagne saliva su, in alto, quasi volesse bucare la volta del cielo, mentre poi come ripensandoci, mollemente volteggiando, lasciava cadersi verso la mia casa. E ogni volta, bambino, al suo arrivo, coprivo i miei occhi per paura di sentire le sue ali sul mio corpo, ma poi quando le mie pupille erano di nuovo libere, lo vedevo su nel cielo, libero di volare(…)
Ma dopo quelle estasianti acrobazie il mio cuore di nuovo si stringeva in una morsa dolorosa, mai visibile agli occhi degli altri e sempre impregnata come collagene dentro di me. Una morsa stritolante che mai aveva fine e che sempre inevitabilmente aveva avuto inizio(…)
Raccontami di te (Racconto) 2008