Anche se il mese di maggio dovrebbe avere colori e sentori diversi da quelli che percepiamo d’inverno, le temperature dicono il contrario. Per cui lo stralcio di racconto che vi presenterò, almeno per oggi, non risulterà anacronistico…
Il cielo è scuro, poche stelle puntellano il suo corpo e la luna che fa capolino dalle nuvole rade non ha voglia di illuminare il mondo. Forse anche a lei capita di sentirsi triste, forse anche lei è sola questa notte e non ha nessuna stella a farle compagnia.
Ho lasciato le persiane aperte, le tende sono scostate proprio per non sentirmi abbandonata dall’universo intero. Avrei voluto un camino acceso nella mia camera, per osservare lo sfavillo arancio rosso che disegna ombre sulla mia testa. Nessuno però mai ha voluto accontentare questa mia richiesta, nessuno mai ha pensato a me sola, incapace di accarezzare pensieri piacevoli cullata dalle notti invernali.
Il letto è freddo, le lenzuola sono gelide, il piumone è morbido e al contrario sa di caldo, sa di casa e tenerezza. O almeno all’apparenza le sensazioni che avvolgono il mio corpo sono queste, ma poi come captate da un magnetismo irresistibile si tramutano in vuoto inesorabile, che come una pala scava una fossa profonda per buttare tutto ciò che di me è stato.
Oh, che pensieri sconclusionati oggi passano per la mia testa, eppure non riesco a dare nessun’altra immagine di questa sera che si posa sulla casa, quasi soffocandola con la sua oscurità.
La mia testa penzola sulla sponda in tessuto del letto, quasi a cullarsi in una nenia mai cantata, quasi a voler dimenticare la funzione e il suo compito vitale. Testa, maledetta testa, che irrigidisci il mio fisico e che vortichi come un uragano nella spirale del mio cuore…
L’inchiostro sulla vita (2007)