Da uno scritto del 2008…il racconto di un ottobre meteorologicamente all’opposto di oggi, ma sempre in bilico tra un raggio di sole e uno scroscio di pioggia.
Ottobre. Un mese che si trova sull’ostacolo,che si tiene ancora per mano con il ricordo dell’estate, che aspetta l’amico novembre per saltare verso l’inverno. Un mese che non sa né di dolce, né di salato, che fa aprire i bauli ai più freddolosi e fa contenti i più temperati.
Ottobre… ma dov’è il mio ottobre? Dove sono le mie foglie? Il mio vento? La prima pioggia? Dov’è quel mese che da bambina mi piaceva accarezzare? Dov’è il vento che ululando faceva vibrare le vecchie tegole, frusciare il longevo pino, che dondolandosi sembrava potesse spezzarsi?.
Anche le stagioni paiono non volerne più sapere della normalità. Anche loro sembrano stufe della continua e monotona vita.
Ottobre, quest’ottobre sembra un po’ voglia assomigliarmi. Voglia destarsi dal suo letargo per immergersi in un novembre più vivo, pieno di quello che le gialle foglie possono regalare, pieno di quello che l’urlo del vento può farti sentire, pieno di quello che la nebbia con gli occhi non può farti vedere…
Lo so, sto per approssimarmi a novembre e poi a dicembre. Il mese della festa, dei regali, della quiete, del panettone e della tombola.
Ottobre, stai quasi per giungere al capolinea.
Non fermarti.
Non frenare.
Io starò lì davanti la mia finestra ad aspettare…